"Esistono tre categorie di cervelli: quelli che capiscono da soli, quelli che per capire hanno bisogno degli altri, e quelli che non capiscono ne da soli né grazie agli altri. I primi sono eccellentissimi, i secondi eccellenti e i terzi inutili."
"E' infatti, prevedendo anticipatamente gli ostacoli, puoi facilmente trovar rimedio ad essi, mentre se aspetti che ti raggiungano, la medicina arriva troppo tardi, perché il male è ormai incurabile."
" Se ne può trarre una regola generale, sempre o quasi sempre valida: che chi determina l'ascesa di un altro va in rovina, poiché questa ascesa è stata da lui determinata o con l'astuzia o con la forza, e l'una e l'altra sono sospette a chi è diventato potente.
"Perciò un principe saggio deve fare in modo che i suoi cittadini, sempre e in ogni circostanza, abbiano bisogno dello Stato e di lui e sempre poi gli saranno fedeli"
"Perché gli uomini sono sempre restii alle imprese che paiono difficili, e non pare facile assalire un principe che abbia una città forte e non sia odiato dal popolo"
"Gli eserciti coi i quali un principe difende lo stato, o sono suoi, oppure mercenari, ausiliari, e misti. I mercenari sono inutili e pericolosi, se qualcuno affida lo Stato a milizie mercenarie, resta sempre instabile e insicuro, poiché quelle milizie sono disunite, ambiziose, indisciplinate e infedeli. Si mostrano forti fra gli amici, e vili fra i nemici. Non hanno timor di Dio e mancano di parola con gli uomini. Affidandoti a esse, rinvii la tua rovina solo se rinvii l'assalto. In tempo di pace sei depredato da esse, e in tempo di guerra dai nemici. la ragion di tutto ciò è che esse non hanno interesse e altra ragione di combattere per un po' di stipendio, e questo non basta a far si che vogliono morire per te. Sono ben contenti di essere i tuoi soldati finché non fai l guerra ma, non appena la guerra arriva, vogliono fuggire o andar via.
"L'esperienza insegna come soltanto i principi e le repubbliche dotati di propri eserciti compiono progressi grandissimi, mentre le milizie mercenarie producono sempre danno"
"Non dovrei faticar molto per farmi capire, dato che oggi la rovina d'Italia non è causata da altro che dall'essersi essa per molti anni affidata alle milizie mercenarie."
"Il principe deve andare di persona svolgere le funzioni di capitano"
"Pertanto, il principe che non individua il male fin dal suo primo manifestarsi non è veramente saggio. Ma questa capacità è concessa a pochi."
"Francesco Sforza, per aver scelto il mestiere delle armi, da semplice cittadino diventò duca di Milano. I suoi successori, per esseri sottratti ai disagi di quel mestiere, da duchi ritornarono a essere semplici cittadini."
"Niente gli è più indispensabile che apparire religioso. Gli uomini, in generale, giudicano più con gli occhi che con le mani, perché tutti vedono e pochi toccano con mano. Tutti vedono quello che tu sembri, ma pochi toccano con mano quel che tu sei, e questi pochi non osano opporsi all'opinione dei molti."
"Nessuno Stato può credere di compiere sempre scelte sicure. Tutte le scelte, anzi, sono sempre insicure, perché l'ordine delle cose è fatto in modo tale che non si può mai cercar di evitare un inconveniente senza incontrarne un altro."
"Quando tu vedi che un ministro pensa più a sé che a te, e che da ogni azione cerca di ricavare un utile per sé, questo tale non sarà mai un buon ministro e mai te ne potrai fidare"
"Pertanto i principi italiani che, dopo essere stati a lungo sul trono, lo hanno perso, non accusino la fortuna, ma la loro inettitudine: non avendo mai, nei tempi tranquilli, pensato che il clima può mutare ( è un difetto diffuso fra gli uomini quello di non prevedere la tempesta finché c'è il bel tempo).."
"Ritengo inoltre che abbia successo colui che adatta metodi e mezzi alla qualità dei tempi, e analogamente che vada incontro all'insuccesso colui che viceversa non sa adattarsi ai tempi"
"Di modo che rimasta senza vita, l'Italia attende di vedere quale possa essere l'uomo capace di sanare le sue ferite, di porre fine ai saccheggi della Lombardia, alle imposizioni fiscali del Regno di Napoli e della Toscana, e di guarirla dalle piaghe già da lungo tempo incancrenite. Vediamo come essa preghi Dio che le mandi qualcuno per redimerla dalle crudeltà e dalle prepotenze dei barbari. La vediamo ancora tutta pronta e disposta a seguire una bandiera, purche ci sia uno che la afferri."
Da “Il principe” di Niccolò Macchiavelli, Testo originale con la versione in italiano di oggi di Piero Melograni, Superbur Classici. quarta edizione ottobre 1999
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